Sia nella coalizione che nel suo stesso partito Matteo Salvini è rimasto a combattere le sue battaglie.
Sulla sua posizione internazionale, espressa a Cernobbio in modo esplicito ma mai negata riguardo le sanzioni nei confronti della Russia, prendono le distanze sia Meloni che Forza Italia. L’espressione di Giorgia Meloni con le mani nei capelli è sinonimo della distanza tra la leader del primo partito d’Italia e il suo alleato che diventa sempre più pesante. Anche Tajani si è discostato dal pensiero del leghista lasciando Salvini solo su questa posizione.
Il leader del Carroccio però non gode di grande stima nemmeno nel suo stesso partito, soprattutto se guardiamo al feudo della Lega, ovvero il Nord-Est. I governatori Zaia e Fedriga non hanno mai fatto mistero dell’insofferenza nei confronti del senatore di via Bellerio colpevole di aver nazionalizzato il partito. Questa frangia interna è la prima ad essere scettica sul fatto che la Lega potrà recuperare consensi per le prossime elezioni.
La Lega in calo solleva Meloni
Qui nemmeno riesce a recuperare consensi nonostante la richiesta di aiuto al Doge Zaia. Il Veneto è deluso dal Capitano per aver snaturato il partito e guarda alla “destra vera rappresentata da Giorgia Meloni”. Ormai la sua alleata è una nemica interna come mostrano anche i vari punti su cui sono in disaccordo come sullo scostamento di bilancio. “Preferisco mettere 30 miliardi a debito adesso piuttosto che perdere tre mesi, perdere 1 milioni di posti di lavoro e doverne mettere 100 miliardi” ha dichiarato Salvini.
Secondo le ultime rilevazioni la Lega è al 13%, la metà dei consensi di Fratelli d’Italia. Se dovesse continuare a scendere, Salvini non potrebbe avanzare richieste né sugli Interni né su altri dicasteri. Ed è proprio quello che spera FdI cercando di tenere a distanza dai ministeri chiave il partito che porterebbe imbarazzo e poca credibilità nel governo di centrodestra condotto da Meloni.
